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Fernanda Contri

 

Fernanda Contri

Diplomata al liceo classico e Laureata in giurisprudenza nel 1961, rinunciò a fare il concorso per entrare in magistratura nel 1962 (prima volta in assoluto per le donne) ma lavorò invece come avvocato a Genova occupandosi di diritto di famiglia. Si sposò con Giorgio, ex partigiano il cui padre, un avvocato socialista genovese, ai tempi della seconda guerra mondiale aiutò molti ebrei a Genova e fu assolto per insufficienza di prove dall'accusa di aver ascoltato Radio Londra.
Fu membro del sindacato degli avvocati. Nl 1983, in occasione di un convegno nel capoluogo ligure, ebbe modo di conoscere Giovanni Falcone, magistrato antimafia a Palermo ucciso nel 1992, di cui sarà poi grande amica consigliandolo anche di non lasciare la moglie Francesca Morvillo nonostante il timore per le possibile ritorsioni della mafia.
Nel 1986, a seguito di una votazione del Parlamento in seduta comune, è entrata nel Consiglio Superiore della Magistratura presiedendo la sezione disciplinare. Si occupò anche di politica: è stata segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri durante il primo governo Amato (prima donna a ricoprire tale incarico) e fu Ministro degli Affari sociali durante il governo Ciampi. Per via di quest'ultimo incarico si occupò dei problemi legati all'immigrazione e degli aiuti per la Jugoslavia, colpita dalla guerra.

Il 4 novembre del 1996 è stata nominata giudice costituzionale dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, anche se in difetto rispetto ai requisiti stabiliti dalla Costituzione Italiana: nel caso presente, l'esercizio dell'avvocatura per almeno 20 anni, non essendo Fernanda Contri una docente universitaria in materie giuridiche. Nel caso presente non era possibile raggiungere il numero di 20 anni neppure computando i 4 anni spesi come membro del Consiglio Superiore della Magistratura (di nomina parlamentare, in quota al PSI). Il presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli ha cercato di risolvere la situazione argomentando che, nei 20 anni di esercizio dell'avvocatura richiesti dalla Costituzione, si dovessero computare anche gli anni di pratica legale. Questa interpretazione non gode di alcun credito presso la dottrina, ed è stata giudicata un bizzarro tentativo di sanare la nomina di Fernanda Contri. Né la Costituzione né la Legge istitutiva della Corte costituzionale hanno previsto un meccanismo di verifica dei titoli legali dei giudici costituzionali: veniva dato per scontato dal legislatore che la scelta sarebbe caduta su giuristi di chiara fama e dai titoli accademici e professionali solidi (tra i quali si può, peraltro, annoverare senz'altro Fernanda Contri, a prescindere dai requisiti formali per la Corte) considerata anche l'importanza degli organi deputati alla nomina dei giudici (Parlamento in seduta comune, Presidente della Repubblica, supreme Magistrature ordinaria e amministrativa). Nel caso della nomina di Fernanda Contri l'unica possiblilità di sanare la situazione dal punto di vista formale sarebbe stata la rinuncia all'incarico da parte dell'interessata, il che non è avvenuto. Il 14 febbraio del 2005, essendo il giudice più anziano di nomina e di età, ha presieduto un'udienza pubblica della Corte Costituzionale (prima donna a riuscirci in Italia). Il 14 dicembre 2004 ha presieduto per la prima volta la Corte Costituzionale. È cessata dalla carica il 6 novembre 2005. Nel 2010 ha reso delle dichiarazioni ai pubblico ministero di Caltanissetta sui colloqui avuti col generale dell'Arma Mario Mori, imputato di favoreggiamento aggravato alla mafia

Nel 2013 è stato fatto il suo nome per la carica di Presidente della Repubblica Italiana  

 


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