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Antonio Presti

 

Antonio Presti

Antonio Presti (Messina, 1957) viene indicato come uno degli ultimi grandi mecenati, ma in verità lui stesso non ama essere definito tale, ma soltanto un uomo devoto alla bellezza, che a questa ha dedicato tutta la sua vita: bellezza intesa come dono, come condivisione, come etica.
Un altro elemento imprescindibile per una sua presentazione è il suo legame con la Sicilia, la sua terra. Regalare bellezza è la missione della Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte di cui è presidente. Il dono della bellezza esclude il concetto di proprietà, per cui ha preferito far costruire le sculture monumentali del parco della Fiumara d’Arte, su terreni demaniali per donarle ai comuni dell'area. Un dono che gli è costato numerosi processi per appropriazione e abusivismo edilizio. Nel tempo, anche grazie all'appoggio della comunità culturale internazionale, i processi si sono conclusi in un nulla di fatto e le sculture dopo 25 anni sono salve.
 

Tutto questo ha portato Antonio Presti ad assumere un ruolo oppositivo rispetto alle istituzioni, alle quali aveva fatto dono delle opere della Fiumara e che non solo non avevano accettato il dono, ma non lo avevano nemmeno riconosciuto come “valore”, a dispetto di quanto ha fatto fin da principio la gente comune. La sua opposizione non è stata rispetto a questo o quel partito, questo o quel potere, ma rispetto all'ignoranza, alla presunzione, alla persecuzione, al nulla.
Se il valore è la semina, il raccolto di questa semina spirituale di Bellezza, sarà ancora una nuova semina per le generazioni future. Per questo Antonio Presti conferma il suo impegno civile e culturale per la sua Sicilia, per il quartiere di Librino alla periferia di Catania, dove, insieme alla sua equipe, sta lavorando da parecchi anni per la realizzazione di un grande museo all’aperto della fotografia, mentre a Palermo ha avviato un altro progetto per il risanamento del fiume Oreto, ridotto a discarica, sul quale vuole realizzare un museo di sculture monumentali per rispondere all’inquinamento con il valore, al degrado con la Bellezza.
Due iniziative che faranno di Palermo e Catania, le maggiori città siciliane, il simbolo di una rinascita civile e culturale, di una nuova generazione che non vuole essere più “anti-“ ma vuole contribuire a costruire il progetto etico di una Sicilia contemporanea che scegliendo la via della Bellezza può parlare al mondo della sua Bellezza.
Il sogno di Presti è legare etica ed estetica in un legame indissolubile per una nuova politica dell'essere, una politica sociale forte fatta di impegno civile. In questo momento storico, il messaggio di Antonio Presti al mondo dell’arte, agli intellettuali, agli artisti, ai giovani è di intraprendere un percorso nuovo di impegno politico e sociale. Nella contemporaneità l'artista tende ad usare l'arte come ostentazione del proprio 'ego' e del facile arricchimento, mentre la cultura di cui Antonio Presti parla deve essere politica. Non un’autocelebrazione per pochi, ma il valore dell’impegno: un concetto di Bellezza che può essere compreso e condiviso anche da chi non si sia mai confrontato con un manuale d’arte. Un'Arte non protagonista di un'estetica dell'apparire, ma azione artistica che interviene, per portare un cambiamento, nella vita sociale.
 

 

 


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